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                      Dott.ssa Marina Belleggia

Psicologa, Psicoterapeuta, Analista Transazionale

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Dal Bambino Somatico all’Adulto Integrato: l’evoluzione della persona dall’istinto di sopravvivenza alla consapevolezza del Sè.

Immagine del redattore: Laura ZitoLaura Zito

Aggiornamento: 1 mar 2024

Un articolo, questo, più per gli “addetti ai lavori” che di divulgazione. E per “addetti ai lavori” intendo tutti quei terapeuti in senso ampio (medici, psicologi, psicoterapeuti, operatori della salute e del benessere) che praticano, con amore verso l’uomo, le terapie olistiche.

“Gli istinti hanno spinto dal basso i centri di energia superiori a funzionare e a svilupparsi fino ad arrivare alla testa”.

Colui che usa queste parole è Paolo Menghi, medico, neuropsichiatra infantile, psicoterapeuta. Nel 1975 fonda l’Istituto di Terapia Familiare di Roma e nel 1984 L’Istituto Mandala e la Società Italiana di Normodinamica. Il suo metodo, la Normodinamica appunto, allude alle dinamiche della quotidianità come base e radice dell’evoluzione dell’uomo. Secondo Menghi, solo nella normalità della vita ordinaria c’è la terra fertile che darà vita alla piena autorealizzazione. Il suo metodo si fonda sulla meditazione, sullo yoga, sulla psicoterapia, sulle arti marziali, sulle manipolazioni corporee e sulle espressioni artistiche e creative in genere. Mi piacque il suo pensiero quando lessi “Trasformare la mente”, il testo che raccoglie molti discorsi che lui tenne nei vari seminari di “normodinamica”. Mi piacque il suo sguardo “olistico” all’uomo, al corpo, alle emozioni, all’ambiente fisico e relazionale, alla mente, alla spiritualità. Nel suo pensiero così ampio ho ritrovato il mio piccolo pensiero sulla guarigione, sul che cosa sia “guarire”, su quali debbano essere le fasi della guarigione dalle quali non si può prescindere affinché il percorso sia completo e porti davvero verso l’equilibrio e l’armonia. Ringrazio per aver ricevuto in dono un suo libro.

Menghi afferma che l’istinto, che si manifesta nella mondanità, è qualcosa di positivo e di utile perché solo con il suo aiuto è possibile risvegliare i centri energetici (chakra) più alti. Ciò che lo yoga chiama “risveglio” e la psicologia  chiama “consapevolezza”.

Sigmund Freud parlò di istinti come Es, pulsioni. Lo stadio “anale” di Freud corrisponde al primo chakra. Lo stadio genitale al secondo chakra. La persona, attraversando queste fasi evolutive, arriva ad essere un adulto integrato in grado di “amare e lavorare”.

I chakra, sfere rotanti di attività bioenergetica posizionate in una colonna che unisce la base della spina dorsale al centro della testa, sono giunti in Occidente attraverso la tradizione e la pratica dello yoga. Lo yoga è una disciplina volta a collegare l’uomo con il divino attraverso l’uso di pratiche mentali e fisiche che uniscano la vita mondana con quella spirituale. Da ciò deduciamo che i chakra più bassi siano quelli legati alla mondanità, quelli più alti siano legati alla spiritualità. I chakra non si possono vedere, non sono entità materiali, ma possiamo dedurli da come viviamo la nostra vita in termini di pensieri, emozioni, azioni: “allo stesso modo in cui vediamo il vento attraverso il movimento delle foglie e dei rami, è possibile vedere i chakra da quanto ci creiamo intorno” (Anodea Judith2009, 18).


Il primo chakra (base della colonna vertebrale) è il nostro diritto ad esistere, quel diritto ad essere nel mondo che l’Analisi Transazionale considera un diritto fondamentale dell’individuo dal primo giorno di vita. Qualora manchi questo “permesso genitoriale” il bambino prenderà delle decisioni di copione con le quali si porterà, nel migliore dei casi, a vivere solo a delle condizioni ben precise che lui ha scelto, e quindi a vivere con dei grandi limiti; nel caso peggiore si porterà alla morte. Il bambino “sente” che ha diritto ad esistere o meno dal proprio stato dell’Io Bambino Somatico (B1), poiché è la parte del Bambino più legata al corpo e all’istinto, di sopravvivenza in questo caso. Il B1 è il Bambino all’interno del Bambino, come le matrioske che sono una dentro l’altra. I bambini molto piccoli vivono soprattutto con il corpo e in termini di emozioni corporee, e ricevono il permesso di esistere proprio dalle prime azioni che i genitori esercitano sul loro corpo in termini di accudimento e carezze fisiche.

Il secondo chakra (addome, genitali, lombi, anche) è quello della sessualità, del diritto a provare emozioni e del diritto di volere, conseguente al fatto che solo se sappiamo ciò che proviamo possiamo sapere ciò che vogliamo. Quando la società e la famiglia considerano le emozioni solo una debolezza minano questo diritto fondamentale. L’ingiunzione genitoriale non sentire e non essere intimo violano questo diritto. Quando non esercitiamo questo diritto non siamo in contatto con noi stessi né a livello fisico né psicologico. Non possiamo godere di una sana sessualità.

Il terzo chakra (plesso solare) è legato al diritto ad agire, quindi di essere liberi e autonomi dagli altri. Quando viene limitato ne risente la spontaneità della persona. Se un adulto sente che nella vita non arriva mai da nessuna parte e non riesce ad intraprendere mai un’azione per modificare le cose, probabilmente sta portando avanti un copione di vita in cui l’ingiunzione Non è fondamentale: “Non fare niente, perché qualunque cosa può essere pericolosa. Quindi meglio non fare”.

Il quarto chakra (zona del cuore) è il diritto di amare ed essere amati. Quando i genitori non sono sufficientemente buoni nell’amare i figli questo diritto può essere danneggiato. A livello sociale viene danneggiato dai pregiudizi razziali, culturali, sessuali, dalle guerre, dalle violenze. L’analisi transazionale parla di ingiunzione relativa al non essere intimo e al non far partema anche di non esistere, che nega a priori l’esistenza dell’altro il quale non si sentirà mai oggetto di amore né capace di amare. “La funzione del cuore è l’amore. Al centro del cuore potrete incontrarvi” (P. Menghi, 2009). Non possiamo incontrare noi stessi e l’altro se questo diritto è negato.

Il quinto chakra (gola) è il diritto di dire e ascoltare la verità. Se nella famiglia non si può parlare apertamente questo diritto viene danneggiato, così quando non ci si ascolta. A livello sociale viene violato quando gli uomini di potere ci mentono, quando non sappiamo più qual è la verità. Imparare a comunicare in modo autentico è il primo passo per esercitare questo diritto. L’ingiunzione non pensare dell’analisi transazionale sostiene sicuramente l’incapacità dell’adulto di dire ciò che pensa sia vero e di chiedere che gli sia detta la verità.


Il sesto chakra (zona tra le sopracciglia) è il nostro diritto di vedere. Questo diritto viene violato quando qualcuno nega che ciò che noi percepiamo, intuiamo o vediamo sia reale. Oppure quando le cose vengono taciute o alterate. In famiglia, come nella società, questo accade spesso ed è fonte di nevrosi e di psicopatologia. La menzogna, nei casi più estremi, rappresenta la genesi dei disturbi dissociativi (G. Liotti, 1998).

Il settimo chakra (sommità della testa, corteccia cerebrale) è il diritto di conoscere. Per conoscenza si intende la possibilità di apprendere per evolverci e crescere come esseri spirituali. I genitori che non educano i figli e negano le informazioni sulle cose e sulla vita in genere, che ridimensionano ogni tentativo del bambino a conoscere se stesso e il mondo, ad esplorare, a socializzare, danneggiano questo diritto. La società che riduce tutto ai beni materiali e  non trasmette cultura e informazioni fa lo stesso.

Quando l’energia scorre attraverso i chakra, la persona si evolve e sperimenta la salute somato-psichica. L’istinto non è qualcosa di negativo: è molto utile affinché la consapevolezza si risvegli. Essa viene dal basso, proprio dall’istinto. Come posso avere consapevolezza di me se non ce l’ho del mio corpo, nella sua esistenza, nel suo sentire e volere? Nella pratica clinica osservo quante volte le persone che non sono state accudite e toccate si sentano incapaci di sentire (sensazioni, pensieri, emozioni) e di fare. Questo accade semplicemente perché l’accudimento amorevole e accogliente favorisce la formazione di un Sè emergente integrato nel bambino, che prende coscienza corporea di esistere e di essere nel mondo con desideri e bisogni legittimi da esprimere e imparare a soddisfare, anche nella relazione con l’altro.

La coscienza si può manifestare soltanto “scorrendo” attraverso il corpo per arrivare ad attivare i centri superiori. La coscienza del corpo è la capacità di esso di recuperare dei ricordi che la mente ha cancellato e che spesso riaffiorano nell’attività fisica o sessuale. La “memoria del corpo” riattiva quella della mente. Nello stesso modo quando ci concentriamo su immagini mentali, ricordi, sogni, il corpo ritrova delle sensazioni. Questo lo osservo ogni giorno nelle sedute di training autogeno quando, attraverso la stimolazione dell’immaginario, la persona percepisce cambiamenti nel corpo che a loro volta vanno ad ampliare la consapevolezza di sé. La guarigione è possibile quando avviene tale scambio di correnti energetiche tra corpo e mente.

Il Bambino Somatico e l’Adulto Integrato vivono l’uno dentro l’altro e si scambiano continuamente energia. Non sono affatto i due estremi di un continuum di consapevolezza. Così come il passaggio di energia attraverso i chakra è un percorso dove la luce della consapevolezza del settimo chakra si rivolge di nuovo ad illuminare il primo, la materia (P. Menghi, 2009).


Non possiamo trascurare, nel nostro lavoro, di seguire la corrente energetica ascensionale che dal basso va verso l’alto, che dal soma arriva alla mente, che dagli istinti arriva alla consapevolezza di sé. Non possiamo dimenticare, noi psicoterapeuti, quanto il corpo fisico debba essere il primo oggetto di osservazione clinica. Utilizziamo ogni strumento che sia nelle nostre competenze per osservarlo e poi lasciamo il posto a chi possa comprendere le sue leggi fisiche e chimiche. E umilmente chiediamoci, noi terapeuti, se siamo in grado di stabilire un contatto con i nostri pazienti o se costruiamo relazioni artificiali perché non siamo in grado di stabilirne delle vere. E allora ci saranno sempre “Pazienti” e “Terapeuti” che giocano nei loro ruoli, piuttosto che persone che si incontrano e vivono un rapporto autentico che, guarda caso, è terapeutico. Sempre.

Marina Belleggia


Per approfondire:

Anodea Judith, Il libro dei chakra. Il sistema dei chakra e la psicologia. Neri Pozza, 2009.

Giovanni Liotti, La dimensione interpersonale della coscienza. Carocci, 1998.

Paolo Menghi, Trasformare la mente. Seminari di Normodinamica. Ubaldini Editore, 2009.



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